Fatturazione elettronica: innovazione culturale, benefici e crescita digitale

Nelle imprese e pubbliche amministrazioni italiane spesso il digitale è stato introdotto a malincuore, cercando però di conservare procedure e prassi consolidate e per questo considerate sicure, anche se inefficienti.

Negli ultimi tempi ci si sta rendendo sempre più conto di come, invece, sia fondamentale digitalizzare per competere. Ne è un esempio l’introduzione della Fatturazione Elettronica obbligatoria verso la PA, a partire dallo scorso 31 marzo.

I benefici della FEPA

Bisogna considerare la fattura come un documento che supporta una relazione tra un fornitore e un cliente. Nella gestione di una fattura rientrano molti processi: la sua generazione, il processamento da parte del cliente, la gestione dei solleciti di pagamento, la predisposizione all’archiviazione e l’archiviazione stessa, la probabilità di dover effettuare un re-invio per mancato recapito, la gestione dei tempi di incasso e saltuariamente la ricerca di alcune fatture in archivio. Il processo è poi complicato dalla lunghezza delle informazioni da inserire in fattura o dalla presenza di allegati che devono essere organizzati e recuperati.

Da qui deriva tutto un insieme di costi legati a materiali, costi di trasmissione, costo degli spazi e tempo dedicato dal personale per ciascuna di queste attività.

Passare alla Fatturazione Elettronica lato attivo può portare ad un risparmio tra i 2,50€ e i 4€ a singola fattura.
Il risparmio aumenta lato ricevente, e va tra i 3€ e i 5,50€ a fattura.
Per coppia cliente/fornitore il risparmio netto, nella sola fase di fatturazione, risulta essere tra i 5,50€ e gli 8,50 € a fattura.
Se ben fatta la fatturazione elettronica può portare ad un risparmio di circa 1 miliardo di euro l’anno lato PA, 500 milioni di euro l’anno lato impresa.

Fatturazione elettronica e crescita digitale

Internamente le fatture nascono già come dati raccolti da un sistema, quindi cristallizzare questi dati in un’immagine o intrappolarli su un foglio di carta non ha alcun senso. Diventa invece utile capire come trasferire al documento, oltre al dato, anche il suo significato, per consentire ad un altro sistema di raccogliere il dato automaticamente. Per facilitare questi processi esistono i linguaggi standard, ad esempio l’XML.

Una soluzione ben ponderata, di cui si conoscono sia i limiti che le possibilità e che mira ad essere scalabile, può creare valore aggiunto in grado, nell’arco di pochi mesi o al massimo di due anni, di ripagare l’investimento sostenuto.

Quindi il potenziale innovativo culturale del passaggio alla FEPA può essere dirompente: i principi della digitalizzazione possono, infatti, essere estesi, con logiche affini, anche a ordini, conferme d’ordine, documenti legati alla consegna (despatch advice, DDT, avvisi di ricezione merci), fino alla gestione dei pagamenti.

L’evidente vantaggio di un processo completamente integrato sta nel ridurre, oltre ai costi operativi già affrontati per la sola fattura, anche i costi delle riconciliazioni tra documenti concatenati e legati ad una transazione.

Una nuova stagione di innovazione digitale

La FEPA potrebbe inaugurare un’autentica stagione di innovazione digitale, che non significa solo dematerializzare la carta, ma impostare una profonda revisione delle organizzazioni e del modo di lavorare, alla luce delle opportunità offerte dalle tecnologie digitali.

Il legislatore ha già definito incentivi per la fatturazione elettronica tra imprese: chi condividerà le proprie fatture attive e passive con il Sistema di Interscambio potrà godere per esempio di uno sgravio sugli adempimenti e di tempi più brevi per i rimborsi iva.

In questa direzione di digitalizzazione spinta procede non solo il nostro Paese ma tutta l’Europa, motivata a definire regole digitali per la creazione del mercato unico.

Fonte

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Per maggiori informazioni: a.alessandri@arket.it

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