I professionisti italiani verso la digitalizzazione

Maggior tempo dedicato all’attività di consulenza, affermazione di nuovi servizi orientati al mercato, crescita degli investimenti in nuove tecnologie: questo è quanto è emerso da una ricerca dell’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale della School of Management del Politecnico di Milano riguardante circa 150 mila studi di avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro e studi multidisciplinari italiani.

Indicatori economico-finanziari

  • Il 54% degli studi professionali (la maggior parte di micro e piccola dimensione) dichiara una redditività in crescita.
  • Risulta inoltre in crescita il tempo dedicato alle attività di business (70% vs 60%) e si ipotizzano quindi circa venti giorni in più a disposizione degli studi per produrre ricavi grazie alla migliore organizzazione, ottenuta anche con l’ausilio delle tecnologie.
  • L’attività di consulenza pesa circa il 27% ed è in aumento rispetto agli anni precedenti (16%-20% circa). A questo proposito, i professionisti trovano un alleato prezioso nella tecnologia, perchè l’8% offre anche consulenze attraverso un portale accessibile alla clientela. Inoltre, il 51% degli studi è interessato alla consulenza online. Le principali ragioni di ciò sono la maggiore visibilità (44%), la possibilità di intercettare nuova clientela (29%), la fidelizzazione della clientela esistente (18%), l’incremento del fatturato (9%).

Gli investimenti in tecnologia

La spesa in ICT complessiva dagli studi nel corso del 2015 ha superato gli 1,1 miliardi di euro:

  • il 12% per investimenti in innovazione
  • il 16% per sviluppo dell’esistente
  • il 20% per adeguamento tecnologico o normativo
  • il 53% per attività di gestione dell’esistente

Nel prossimo biennio, inoltre, si prevede una spesa di circa 1,2 miliardi di euro annui, con un’ulteriore crescita dell’8%.

Le tecnologie più presenti negli studi sono quelle abilitanti l’esercizio professionale (firma digitale, banche dati, gestione dei flussi telematici).

Gli investimenti futuri riguarderanno invece:

I progetti digitali degli studi

L’Osservatorio ha selezionato 145 Studi, che negli ultimi due anni hanno avviato o concluso progetti di miglioramento digital based con soluzioni che riguardano funzionalità in più di un’area organizzativa:

In crescita anche la propensione all’uso del cloud computing, nonostante persistano le perplessità nel mondo professionale.

La spesa media 2015 in ICT per singolo studio – al netto di quelli che dichiarano di non aver effettuato investimenti in tecnologie (3%) – sfiora i 9.000 euro, rispetto ai 6.300 euro preventivati lo scorso anno. Poco meno di mille euro sono destinati a soluzioni innovative e circa 3 mila euro allo sviluppo o aggiornamento normativo.

Interessante notare che da un panel di 134 studi che hanno risposto alla survey dell’Osservatorio sia tre anni fa che nel 2015, risulta che solamente l’1% di coloro che avevano dichiarato che non avrebbero investito in ICT nei due anni successivi, ha mantenuto fede all’intenzione.

Per concludere un altro dato interessante: è emersa una reciproca influenza tra l’andamento del fatturato/redditività e l’adozione di tecnologie e la relazione è più evidente quanto maggiore è la crescita del fatturato e della redditività.

Fonte: Bitmat 

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