Anagrafe unica: quali sono gli ostacoli?

Nel Catalogo delle banche dati della PA dell’Agenzia per l’Italia Digitale è stato mappato il patrimonio di file e dati posseduti dalle 9400 Amministrazioni Pubbliche italiane: 54 mila banche dati gestite da enti pubblici (anagrafi, inventari, informazioni sul personale e stipendi, conti economici, statistiche interne ecc), di cui 33 mila gestite da enti locali (inclusi consorzi e associazioni) e 12 mila dalle scuole.

Il problema maggiore delle banche dati della PA

Le 9400 PA censite però gestiscono queste 54mila banche dati utilizzando 270 differenti applicativi informatici e schemi di salvataggio: dai più comuni Database che utilizzano il modello relazionale SQL, ai tanti file gestiti tramite software come Access o Oracle, fino ai più rudimentali elenchi di dati salvati in PDF o addirittura in formato .txt (qualcuno anche in formato cartaceo).

Fonte: Infodatablog – IlSole24Ore

La riposta del Piano per la Crescita Digitale

Questo spiega come mai nel capitolo del Piano per la Crescita Digitale presentato la scorsa settimana da Governo e AgID ci sia un intero capitolo dedicato ai dati: la grande sfida è far dialogare le amministrazioni tra loro, tramite piattaforme uniche per condividere le informazioni e ridurre gli sprechi.

Gli Open Data della PA

Gli Open Data pubblicati dalla PA sono solamente una piccola parte di tutta questa mole di informazioni (circa 14 mila). Dal 2012 fino ad oggi sono state pubblicate numerose banche dati da parte delle amministrazioni locali e centrali, anche se non tutte hanno il medesimo indice di riusabilità.
Gli Open Data sono una vera miniera d’oro per informare i cittadini e promuovere la nuova imprenditoria, con lo sviluppo di app e servizi digitali.

Risulta quindi evidente l’importanza di investire ulteriormente in questa direzione per ottenere maggiore trasparenza e semplificare ulteriormente i processi sottostanti la PA.

Articolo completo – infodatablog – IlSole24Ore

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