Infrastrutture IT che ruotano attorno al cliente

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una vera e propria esplosione di informazioni derivanti dall’avanzamento della tecnologia: le aziende cercano di sfruttare al massimo tutti questi dati, integrandoli in nuove applicazioni e servizi che permettano di fidelizzare il cliente.

Ma una mole crescente di dati richiede anche una maggiore capacità infrastrutturale e l’abbandono dei tradizionali approcci It.

Nel proprio report Strategic benchmarks 2015: infrastructure priorities, Forrester ha presentato dei dati interessanti al riguardo.

Per prima cosa vi è stata una significativa crescita di investimenti a livello strutturale nei data center aziendali: si è passati dal 40% della spesa di un paio di anni fa, al 44% del 2015; nel 2016 si prevede poi un aumento di un ulteriore 6%.

Oltre un terzo delle imprese considerate nell’analisi ha pianificato una crescita di investimento in infrastrutture cloud e storage. Nell’ultimo anno inoltre le aziende monitorate hanno ridotto la percentuale delle infrastrutture in-house dal 65% al 56%, fenomeno destinato a crescere nei prossimi 4 anni: in molte realtà il rapporto tra infrastrutture interne ed esterne scenderà al di sotto del 50%.

Oggi il costo di mantenimento delle organizzazioni tecnologiche aziendali (sistemi, infrastrutture ecc.) e delle relative operazioni (gestione, manutenzione, aggiornamento ecc.) è ancora piuttosto elevato e si attesta attorno al 70/75% della spesa totale Ict aziendale.

Gli IT Manager dovrebbero definire una Business Technology agenda dalla quale ricavare le aree di intervento ed investimento infrastrutturale, tenendo conto che:

  • Le priorità di business ruotano tutte attorno al cliente tra gli intervistati: il 73% dei decisioni maker dell’area IT ritiene che il miglioramento della customer experience sia cruciale, seguito dal miglioramento dei servizi e prodotti erogati (68%), nonché dalla necessità di una più efficace risposta alle aspettative degli utenti (61%). Gli investimenti infrastrutturali quindi dovranno indirizzarsi verso sistemi, risorse e servizi che possano essere implementati velocemente e configurati dinamicamente.
  • I dipartimenti IT si sono evoluti attraverso complessità ed inefficienza: tra le priorità dei Cio si trovano ancora numeri importanti sul fronte degli interventi di consolidamento e virtualizzazione. In crescita costante anche gli investimenti in cloud.
  • Si devono migliorare affidabilità ed agilità: diventano fondamentali le strategie di Business Continuity. L’interruzione di un servizio non solo provoca insoddisfazione ma si può tradurre in perdita economica (mancata produttività degli utenti interni, mancato reddito per aver perso un cliente ecc): l’urgenza di garantire maggiore affidabilità dei servizi si traduce, sul piano infrastrutturale, in investimenti crescenti in piani e tecnologie di Disaster Recovery e Business Continuity da parte del 67% delle aziende (il 25% delle aziende ritiene questo tipo di spesa cruciale per i prossimi 12 mesi).

Dato che le priorità di business ruotano attorno al cliente, gli sforzi si concentreranno sui cosiddetti sistemi di ingaggio, che devono unire fonti di informazioni multiple e connettere tutte le interazioni multicanale degli utenti affinché l’ingaggio da parte dell’azienda si concretizzi attraverso una ”esperienza contestualizzata”, in linea con il bisogno del momento dell’utente. Questi sistemi macinano enormi quantità di dati in real-time e rispondono ad aspettative di velocità, accessibilità e affidabilità dei servizi da parte dei clienti attraverso architetture che garantiscono minima latenza e high availability.

Gli It manager quindi devono porre molta attenzione anche alla distribuzione dei servizi per consentire l’accesso alle applicazioni da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. Da questo punto di vista l’elasticità dei servizi cloud è l’ideale per il modellamento dei sistemi di ingaggio, perché sostengono sia la scalabilità geografica sia quella delle performance e consentono anche di scalare al contrario eliminando le risorse dove non servono più.

Fonte: ZeroUno

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